mercoledì 14 novembre 2012

Terrasanta



da non perdere... succo di melagrana!
Ad ottobre, la nostra agenzia ha organizzato un viaggio in Terrasanta.
Un viaggio che rappresenta un'esperienza unica per tutti, non solo per chi vi si reca in pellegrinaggio o come viaggio di fede.


Cesarea Marittima
Per molti secoli, raggiungere la Terrasanta, la Terra del Santo, ha rappresentato IL viaggio: mesi di cammino, a cavallo, a bordo di navi per raggiungere una terra che, per i cristiani, ha visto nascere, vivere, morire e resuscitare Gesù Cristo; che ha visto la nascita, ad opera di un popolo ostinato e caparbio, dello stato di Israele, la terra della Promessa di Dio agli ebrei; una terra che, per i musulmani, rappresenta la promessa di Dio a Ismaele.
Il viaggio ha, come destinazione finale naturale, Gerusalemme, città magica, di un fascino antico e particolare, considerata sacra dalle tre principali religioni monoteiste del mondo.

Monte Tabor
Le strade, i muri, le pietre, le colonne di Gerusalemme raccontano, a chi le sa ascoltare, di viaggi, di speranze, di guerre, di sangue, di invasioni, di divisioni, di convivenza, di pace.
 
Wadi el Qelt che sale da Gerico a Gerusalemme
Capire la situazione politica e sociale di Israele e della Palestina di oggi, non è facile.
Durante il soggiorno in Terrasanta si sentiranno molte parole delle quali conosciamo davvero troppo poco: Cisgiordania o West Bank, Palestina, Israele, Territori occupati (o liberati, a seconda dei punti di vista...), Intifada, OLP, sionismo, coloni, insediamenti, Hamas, Fatah.
La bravissima guida che ci ha accompagnato nel nostro viaggio ha esordito così:
"Sono arabo, sono israeliano, sono cristiano. Sono complicato".
E questo Paese è esattamente così: imprevedibile, complicato, ma, in fondo, a saperlo guardare, anche semplice.
In ogni caso, non si può visitare Israele con la convizione di poterlo isolare dai suoi riferimenti religiosi.
Ebraismo, cristianesimo e islamismo convivono, ciascuno con le proprie feste, i propri giorni di riposo, le proprie ricorrenze, le proprie consuetudini.
L'impressione che abbiamo ricevuto è che la convivenza pacifica è possibile ed è una realtà concreta, almeno nelle zone che abbiamo visitato noi.

ebrei in preghiera al Muro Occidentale
Il nostro viaggio è cominciato a Tel Aviv, città moderna, affacciata sul Mediterraneo ove si trova l'unico aeroporto internazionale, intitolato a Ben Gurion, colui che ha proclamato lo Stato d'Israele.
Dopo una breve sosta a Cesarea Marittima, abbiamo proseguito per la Galilea, la più settentrionale delle regioni di Israele, crocevia di popolazioni e scambi commerciali, teatro dell'infanzia di Gesù di Nazareth e della sua vita pubblica.
Cuore della regione è il lago di Tiberiade (o di Galilea), con i suoi bellissimi paesaggi e colori.

lago di Galilea al tramonto e luci di Tiberiade

Immancabile la visita di Cafarnao, di Tabgha, di Nazareth, del Monte Tabor con il santuario francescano della Trasfigurazione.
Siamo poi saliti sulle alture del Golan, a pochi chilometri dal confine con Libano e Siria ed abbiamo raggiunto il parco naturale di Banias (Cesarea di Filippo), con le sorgenti del Giordano ed una zona archeologica inserita nelle pareti di roccia rossastra. Il luogo è incantevole e poco frequentato dalla massa dei turisti.

Banias - Casarea di Filippo
Siamo infine giunti a Gerico, lungo la fertile valle del Giordano, a confine con la Giordania, percorrendo un tragitto profondamente simbolico sia per gli ebrei che per i cristiani.
Qui il paesaggio desertico regala una luce particolare a Qumran, il luogo ove sono stati ritrovati i famosi rotoli del Mar Morto.

Qumran
Le grotte scavate nella roccia sembrano sussurrare la misteriosa storia della comunità degli Esseni, i figli della Luce, cui pare appartenesse Giovanni il Battista.

Da Gerico, la salita a Gerusalemme è piena di attesa...

Città vecchia vista dal santuario Dominus Flevit

La città è grande e si staglia all'orizzonte, con le sue mura imponenti e le pietre che cambiano colore a seconda dell'ora del giorno.

Raccontare Gerusalemme non è facile.
Fuori dalle mura, si visita il Monte degli Olivi con alcune tappe classiche (Dominus Flevit, Pater Noster, cimitero ebraico), partendo dall'Edicola dell'Ascensione, dalla quale la vista della città dominata dalla cupola della Roccia toglie il fiato.
Dentro le mastodontiche mura si trovano i 4 quartieri: armeno, musulmano, cristiano e arabo.
Ciascuno diverso dagli altri, con i propri angoli segreti, le proprie usanze, preghiere, abiti tradizionali, negozi, le proprie porte d'accesso e i più famosi luoghi di culto e preghiera.

Dire quali sono i posti più belli della città antica è impossibile...
Certo non si può non visitare il Muro Occidentale, la Spianata del Tempio, San Giacomo degli Armeni, il Santo Sepolcro.


Colonna all'ingresso della basilica del Santo Sepolcro: croci incise dai pellegrini nei secoli passati
La città vecchia merita però qualcosa in più, per essere davvero capita.
Vale la pena perdersi! Non è una provocazione (l'impresa non è poi tanto difficile...), ma un invito: girare senza meta e senza alcuna paura tra le strade e i vicoli, le chiese e le sinagoghe, ascoltando la preghiera di qualche Muezin è forse l'esperienza più autentica che si possa fare.
La città merita una passeggiata in silenzio, senza fretta, senza destinazione.
Non importa a che ora: all'alba, quando la città sonnecchia ancora; al tramonto che l'accende di bellezza; durante il giorno in mezzo a pellegrini e turisti di ogni razza.

Betlemme

Gerusalemme è di una bellezza vera, profonda, autentica.
Nonostante tutto.
Nonostante i quartieri nuovi, a volte anonimi; nonostante la gente rinunci a visitarla perchè la pensa pericolosa; nonostante la sovranità territoriale di Gerusalemme est sia rivendicata sia da Israele che dal popolo palestinese in modalità finora inconciliabili; nonostante il traffico, le file di turisti, nonostante possa deludere chi cerca autentici luoghi storici della fede; nonostante sia il simbolo di enormi e sottili equilibri teologici, religiosi e sociali tra Occidente e Medio Oriente e le culture e gli interessi economici che rappresentano.

Nonostante tutto, o forse proprio per questo, un viaggio a Gerusalemme va fatto, almeno una volta nella vita.